La Tredicesima notte (2011)

 

Festival Talìa - Premio Città di Taranto MIGLIOR REGIA alla 'Tredicesima Notte' di Marco De Santis

libero adattamento teatrale ispirato alla Twelfth Night di William Shakespeare. Scritto da Marco De Santis e diretto insieme a Massimiliano Urso, vede in scena  Cesare Pasimeni, Domenico Palmieri, Gianpiera Dimonte, Rita Martina, Rossana Marangelli, con le Musiche eseguite da Antonello Arciuli e l'assistenza tecnica di  Francesco Colossi. Sul palco cinque attori che provano l’opera di William Shakespeare dal titolo ‘Twelfth Night’. Gli attori proveranno per intero la commedia shakespeariana portandola, di fatto, interamente sulla scena. Gli attori sono dei guitti, dei clowns moderni in cui è piacevole rivedere una tradizione teatrale buffonesca, quasi di strada. La comicità è data dal contrasto continuo tra scena recitata e scena interpretata. Di fatto questo permette di lavorare in teatro sul teatro, offrendo anche allo spettatore una chiara panoramica sul reale ruolo della parola nella drammaturgia di Shakespeare, la parola capace di evocare e far immaginare un intero mondo semplicemente perché esso viene detto, pronunciato, richiamato nel dialogo, evocato, appunto, dalla parola.

Ma questo riadattamento della dodicesima notte shakespeariana non si limita solamente a mettere in scena la commedia.
I 5 protagonisti infatti, allestendo il lavoro, quasi senza volerlo, si troveranno a vivere tutti gli inganni del sub plot della commedia shakespeariana.

Quindi gli attori porteranno in scena il plot principale della dodicesima notte di Shakespeare e, di fatto, si troveranno a vivere il sub plot: l’inganno che nella ‘Twelfth Night’ subirà Malvolio, un lacchè che verrà umiliato davanti a tutte le coppie prima del matrimonio, l’umiliazione e la derisione che egli subirà al cospetto di tutti i protagonisti e del pubblico stesso, avrà una chiara e vivida risonanza nell’umiliazione e nell’inganno che il capocomico di questa strana e cloneresca compagnia di attori subirà alla fine della ‘Tredicesima notte’.
I toni melanconici, la canzone finale e il ruolo del fool come risolutore della commedia nell’originale ‘Twelfth Night’ saranno dunque identici, in umore e ritmo, ai toni e alla canzone che chiudono la tredicesima notte.
L’opera shakespeariana, in tal senso, non è stata riscritta ma fedelmente tradita. Come disse Eliot a proposito di Shakespeare ‘sarà sempre immenso il debito che riconosceremo a Shakespeare per le sue opere che mai nessuno potrà rendergli giustizia, ma proprio perché mai nessuno potrà rendergli giustizia, sarebbe giusto che ogni tanto si cambiasse modo in cui gli si fa ingiustizia.

Chi ha ucciso Mary Poppins? (2012-2016)

 

La compagnia teatrale Schegge d'Ortaet, nell'ambito del progetto 'Scuola di Drammaturgia' promuove un corso intensivo di improvvisazione teatrale della durata di una sola giornata con spettacolo serale.
Il flash lab di improvvisazione ha una durata di 8 ore
il laboratorio di improvvisazione sarà tenuto da Marco De Santis, regista e attore della compagnia, Antonello Arciuli, musicista e dagli attori della compagnia teatrale, Claudio Ciriaci, Silvia Cuccovillo, Roberta Barbieri e Marzia Colucci.
l'appuntamento è per sabaton 8 Dicembre presso il teatro Piccolo di Bari 'Eugenio D'Attome' - Strada Borrelli.

Staging Shakespeare (2013)

 

La compagnia teatrale “Schegge d’ Ortaet” presenta "Staging Shakespeare”, spettacolo teatrale in lingua inglese sulla drammaturgia shakespeariana scritto e diretto da Marco De Santis e Massimiliano Urso, interpretato da Beth Miller, Steven Rodgers, Sammy Moreno, Claudio Ciraci accompagnati sulla scena dalle musiche di Antonello Arciuli, eseguite dal vivo per l'occasione. Tecnico audio-luci: Francesco Colossi.

L’opera è un progetto promosso dal Seminario di Drammaturgia Europea Contemporanea tenuto dal Prof. Vito Amoruso, docente emerito di Letteratura Inglese all’Università degli Studi di Bari presso il CUTAMC (Centro Interdipartimentale di ricerca per il Teatro, le Arti Visive, il Cinema, la Musica), e dal collaboratore di cattedra di Storia del Teatro Inglese e Drammaturgia Inglese – Dipartimento Ligue Arti Letterature – della Facoltà di Lettere e Filosofia, il Dott. Marco De Santis, responsabile delle attività teatrali sempre del CUTAMC.

‘Staging Shakespeare’ è un´ opera teatrale a carattere principalmente didattico, cioè è un´ opera teatrale in cui verrà, di fatto, spiegata la drammaturgia shakespeariana attraverso l’interpretazione di alcune fra le scene più importanti tratte dall’intero suo corpus drammatico. Una successione cronologica delle opere più importanti della drammaturgia shakespeariana per mettere in luce le modificazioni più significative che la poetica del bardo ha subito durante gli anni: dagli esordi del Romeo and Juliet e all’epoca delle commedie romantiche, dal periodo delle grandi tragedie ai drammi che segnano la fine della carriera, come The Tempest, l’opera testamentaria che segna il congedo di Shakespeare dalle scene inglesi. Le tematiche e soprattutto il modo di far teatro, quel gioco così semplice, e allo stesso tempo così suggestivo che affidava l’intero impianto drammaturgico solo alla parola, unica vera caratteristica espressiva del teatro rinascimentale. L’interpretazione delle scene in lingua inglese permetterà agli studenti e al pubblico di gustare il suono di un verso sciolto, libero, che corre sugli accenti di parole aspre e dolci, che si sofferma su sfumature di significato che solo la lingua inglese può rendere. Lo spettacolo sarà articolato, dunque, dal docente e regista che spiegherà l’opera e le tematiche accompagnando, così, il pubblico nell’universo multiforme della poetica shakespeariana. Alla spiegazione dell’opera si alterneranno, dunque, le interpretazioni delle singole scene trattate.

Waiting for Contemporary Theatre (2013)

 

L’ opera è un progetto promosso dal Seminario di Drammaturgia Europea Contemporanea tenuto dal Prof. Vito Amoruso, docente emerito di Letteratura Inglese all’Università degli Studi di Bari presso il CUTAMC (Centro Interdipartimentale di ricerca per il Teatro, le Arti Visive, il Cinema, la Musica), e dal collaboratore di cattedra di Storia del Teatro Inglese e Drammaturgia Inglese – Dipartimento Lingue Arti Letterature – della Facoltà di Lettere e Filosofia, il Dott. Marco De Santis, responsabile delle attività teatrali sempre del CUTAMC e regista dello spettacolo.

 La fruizione dello spettacolo è stata preceduta da incontri di approfondimento con le singole classi quinte sul Teatro dell'Assurdo, tenuti dal Dott. De Santis in collaborazione con le rispettive docenti di Lingua Inglese.

Le nozze di Figaro (2013)

 

È calato il sipario, sabato sera, sul Festiva di regia internazionale Fantasio Piccoli, un sipario che, ribadisce Mirko Corradini, non si riaprirà più. E che il suo quindicinale lo ha festeggiato solo per la caparbia di Egidio Marchetti, sottolinea Corradini che dal palco saluta e chiude pronunciando per la prima volta quel “Ed ora sipario!” che era di suo padre, come semplice direttore artistico supervisore, ma non attore del Fantasio.

Un Festival che in quindici anni è cresciuto, ha valicato i confini regionali e poi italiani e oltrepassando l’Oceano ha suscitato interesse anche in Brasile. Un Festival che ha portato sul palco del San Marco sabato sera una carrellata di talento, di sperimentazione, di idee e freschezza che il meccanismo del Fantasio obbliga a mettere in gioco.

Stesso tema “Le nozze di Figaro” che, in mano ai registi, prendono in ciascuna versione una vita propria, autonoma, con un’angolatura che apre una porta su nuovi mondi e interpretazioni. Ancor più difficile nel momento in cui a lavorare ci si trova su un ristretto numero di versi, il primo atto nella prima e seconda scena, là dove si introduce l’opera e tutto l’intreccio del libretto di Lorenzo Da Ponte.

Cinque registi teatrali hanno quindi dato la loro visione di quel primo dialogo fra Figaro e Susanna i due servi del Conte che si stanno per sposare e che si trovano a dover fare i conti con la loro condizione e il loro rapporto con brame, desideri, intrighi e giochi di potere dei loro datori di lavoro, ma sarebbe meglio dire padroni di vita o morte, fortuna o miseria. Proprio per il lavoro sul testo sia a livello filologico che testuale, per la qualità messa in scena, la trasposizione e l’adesione ben sposata ad originalità e capacità di direzione il primo premio di regia teatrale se lo è aggiudicato Marco De Santis.

Il suo “Le Nozze di Figaro” infatti ha portato sul palco un gioco di frasi decontestualizzate, perché affidate ai diversi attori sul palco hanno assunto nuovi significati, pur riportando tutto il senso originario. Una sferzata di energia, un confine sottile fra ironia, gioco, dramma e prosa, con un elemento a sorpresa che lega il guazzabuglio, una scatola che prende vita e sorprende senza sorprendere, perché dentro non c’è nulla se non quello che ciascuno ci mette di suo nell’attesa di aprirla.

Così simbolicamente Figaro non è in scena se non attraverso il giornale intitolato “Le Figaro” e Susanna è solo il nome urlato al cellulare. De Santis si aggiudica anche il premio giovani, giuria fra gli studenti di Estroteatro.

 

di Katja Casagranda

Mutter Erde und ihre Kinder (2016)

 

"Worte sind die Brücke zum Herzen und der Schlüssel zur Seele!"

Mit ihrem Credo und neuem Programm "Mutter Erde und ihre Kinder" ist Geschichtenerzählerin Antonella Simonetti ab dem 29.10.2016 auf Tour.
Den Anfang macht Mainz:

 

29.10. | Mainz – Accademia Italiana | 19:00 Uhr

Und über was lassen sich schönere Worte finden als über Mutter Erde und ihre Kinder?

Mit unseren Bräuchen, Sitten, Unsitten und ihrer Beziehung zur Erde selbst setzt sich die gebürtige Italienerin temperamentvoll, einfühlsam und wortgewaltig auseinander – und nimmst Sie gern mit auf ihre Reise zwischen den Sprachen.

Storie di vita, morte e miracoli (2017)

 

"Le parole fanno breccia nel cuore e abbracciano l´anima!" Antonella Simonetti, narratrice italiana vive letteralmente questo detto! In un mondo sempre piú tecnologico e caotico, i suoi programmi regalano al pubblico momenti di calma, riflessione ma anche di fantasia, allegria e vitalitá. Tutto prende forma dalla parola! Il suo repertorio comprende favole popolari classiche, miti, leggende, poesie ed aneddoti di tutto il mondo. E tutto viene raccontato con passione e sottolineato dal suo charme italiano! Il suo nuovo programma,"Storie di Vita, Morte e Miracoli!!" racconta di noi uomini, sempre alla ricerca della felicitá, fatti di desideri e contraddizioni, meravigliosi e cosí umani. I racconti saranno in lingua italiana e sono adatti ad un pubblico con una buona conoscenza della lingua parlata.

I miei occhi allo specchio (2019)

 

Testo e interpretazione: Paola Fresa
Consulenza scientifica: Marcella Veneziani
Cociologa esperta di genere: Francesca Pidone, Giovannna Zitiello - Casa della Donna Pisa
Acting coach: Christian Di Domenico
Musiche originali: Antonello Arciuli e Manuel Laperchia

con il contributo di #UnicoopFirenze Sezione soci Cascina

“I miei occhi allo specchio” è un flusso di coscienza.
È il racconto di una donna che attraversa con le parole la sua esistenza.
Dall’infanzia all’età adulta, un viaggio nel femminile.
È una biografia che è un puzzle di più esperienze.
Una voce sola che racconta più vite.
Una narrazione che vuole essere sintesi e non semplificazione.

La drammaturgia nasce da una ricerca che è al contempo letteraria, scientifica ed esperienziale.
Al di là dei punti di contatto che si possono tracciare tra storie diverse, quel che si presenta davanti agli occhi è un fenomeno trasversale dal quale è difficile dirsi immuni.
Riguarda moltissime donne, si stima che il 35% in tutto il mondo abbia subito violenze fisiche e/o sessuali da parte di un partner o violenza sessuale da parte di un non partner, ad un certo punto della propria vita. Dal dato sono escluse le molestie. Tuttavia, alcuni studi nazionali dimostrano che fino al 70% delle donne ha subito violenze fisiche e/o sessuali da parte di un partner intimo durante la propria vita.
Parliamo di donne differenti per età, istruzione, provenienza geografica o sociale. Parliamo di una donna su tre.

Il testo parte da una riflessione personale sul peso della cultura e dell’educazione nella violenza di genere, fenomeno a cui non si può imputare una sola causa data la complessità dei fattori coinvolti, ma che per la sua portata richiede un’assunzione di responsabilità rispetto agli antidoti possibili.
Raccontare il lato oscuro degli stereotipi, l’importanza della consapevolezza di sé, dell’inviolabilità della propria integrità sono diventati compiti primari della scrittura che si pone come obiettivo narrare la violenza di genere attraverso l’inequivocabilità dei fatti.